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Convegno pubblico R.E.gions2030: permitting avanti ma restano disomogeneità e colli di bottiglia

Public Affairs Advisors

Di Quotidiano Energia

Anche i primi 5 mesi del 2024 confermano un cambio di passo nel permitting per le fonti rinnovabili ma certo non si può dire che i problemi siano risolti. Sia per le disomogeneità a livello di tecnologia (bene il FV mentre l’eolico fatica) e territoriali (richieste concentrate in poche regioni), sia per la permanenza di colli di bottiglia, soprattutto nel passaggio dalla Via all’autorizzazione unica.

A ciò si aggiungono le difficoltà create da quello che viene definito “trimestre nero” delle Fer: moratoria Sardegna, DL Agricoltura e decreto Aree idonee. Con l’applicazione del “buffer” massimo di 7 km da tutti i beni a tutela per qualsiasi tipologia di impianto (situazione però solo teorica) la previsione è che quest’ultimo “salvi” solo il 5% dei progetti FV (7 GW) e l’8% di quelli eolici (4 GW).

In sostanza sono questi i principali messaggi della presentazione di Tommaso Barbetti di Elemens, illustrata al convegno di REgions2030 - l'iniziativa di Elemens e Public Affairs Advisors, con Quotidiano Energia media partner - tenutosi a Roma il 18 luglio.

Messaggi, quelli sul trend delle autorizzazioni, abbastanza in linea con le recenti dichiarazioni del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin rilasciate al convegno di Napoli sul bilancio della Commissione Pnrr-Pniec (QE 16/7).

La crescita delle autorizzazioni nel triennio 2021-2023 risulta confermata anche per la prima metà del 2024, con i dati Elemens per l’Osservatorio REgions2030 che al 31 maggio registrano già 3 GW autorizzati, lasciando intendere che alla fine dell’anno il valore del 2023 di 6,3 GW potrebbe essere battuto.

Sull’eolico, però, l’effimero boom a cui abbiamo assistito nel 2023 (1,5 GW di progetti autorizzati) non si sta ripetendo nel 2024, in cui finora sono stati autorizzati solo 302 MW, quasi interamente provenienti da procedure regionali.

A livello territoriale, nel fotovoltaico le prime 5 regioni hanno raccolto oltre l’85% delle richieste di autorizzazione presentate a partire dal 2019, con le prime due – Sicilia e Puglia – che hanno totalizzato quasi il 60%.

Nell’eolico, la distribuzione zonale delinea un mercato ancora più sbilanciato, anche per la “componente risorsa” (ossia la disponibilità di aree sufficientemente ventose), che porta la sola Puglia a raccogliere quasi un terzo delle richieste presentate a partire dal 2019. Complessivamente le 5 top regioni hanno attirato oltre l’80% delle richieste negli ultimi 5 anni e mezzo.

La stragrande maggioranza delle autorizzazioni proviene anche quest’anno dalla procedura integralmente regionale (Via e Autorizzazione unica rilasciate dalle Regioni) con 1,8 GW autorizzati su un totale di 3 GW. Anche le Pas (le procedure semplificate rilasciate dai Comuni) si ritagliano un ruolo sempre più importante: da gennaio a maggio si registra 1 GW FV. La crescita potrebbe essere dovuta, in parte, anche al fatto che progressivamente la tracciabilità di questi procedimenti risulti più accessibile e che le Regioni si stiano attrezzando per la pubblicazione degli atti sui propri bollettini regionali.

Ad oggi manca invece il contributo dei progetti che attraversano il percorso Via nazionale + AU: poco più di 100 MW autorizzati nel 2024 e poco meno di 500 MW complessivamente da quando la procedura è stata introdotta nel 2021, nonostante le performance della Commissione Pnrr-Pniec, e in generale del comparto Via nazionale, siano in miglioramento (QE 28/6).

Il dato più basso rispetto a quello delle autorizzazioni regionali potrebbe dipendere da 2 fattori: da un lato il fatto che i progetti presentati in Via nazionale sono relativamente più giovani rispetto a quelli regionali, visto che la Via nazionale per il solare è stata introdotta meno di 3 anni fa; dall’altro, si riscontra la problematica conversione delle Via nazionali positive in autorizzazioni regionali: al momento circa 4 GW di progetti fotovoltaici e 3,4 GW eolici hanno ricevuto la Via positiva e sono in attesa dell’autorizzazione.

Il fatto che la Via nazionale risulti essere la procedura più complessa e che al momento stia bloccando il maggior numero di progetti è dovuto anche all’altissimo numero di istanze (in media circa 650 all’anno) e alla limitata capacità di valutazione della Commissione (connessa principalmente alle limitate risorse di cui dispone), pari a circa 150 progetti all’anno.

È peraltro molto frequente, specie nel caso dell’eolico, che i progetti valutati ricevano un parere discordante tra Commissione tecnica (dunque, in senso lato, il Mase) e ministero della Cultura, ove quest’ultimo è tipicamente negativo: in tali casi, come noto, è chiamato a esprimersi il Consiglio di ministri.

Complessivamente, conclude l’Osservatorio REgions2030, negli ultimi anni il numero di Via rilasciate mediante la procedura “emergenziale” che prevede lo sblocco del dissenso da parte del Cdm ha infatti superato quello delle Via rilasciate con la “procedura ordinaria”.

Convegno pubblico R.E.gions2030: permitting avanti ma restano disomogeneità e colli di bottiglia

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Di Quotidiano Energia

Anche i primi 5 mesi del 2024 confermano un cambio di passo nel permitting per le fonti rinnovabili ma certo non si può dire che i problemi siano risolti. Sia per le disomogeneità a livello di tecnologia (bene il FV mentre l’eolico fatica) e territoriali (richieste concentrate in poche regioni), sia per la permanenza di colli di bottiglia, soprattutto nel passaggio dalla Via all’autorizzazione unica.

A ciò si aggiungono le difficoltà create da quello che viene definito “trimestre nero” delle Fer: moratoria Sardegna, DL Agricoltura e decreto Aree idonee. Con l’applicazione del “buffer” massimo di 7 km da tutti i beni a tutela per qualsiasi tipologia di impianto (situazione però solo teorica) la previsione è che quest’ultimo “salvi” solo il 5% dei progetti FV (7 GW) e l’8% di quelli eolici (4 GW).

In sostanza sono questi i principali messaggi della presentazione di Tommaso Barbetti di Elemens, illustrata al convegno di REgions2030 - l'iniziativa di Elemens e Public Affairs Advisors, con Quotidiano Energia media partner - tenutosi a Roma il 18 luglio.

Messaggi, quelli sul trend delle autorizzazioni, abbastanza in linea con le recenti dichiarazioni del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin rilasciate al convegno di Napoli sul bilancio della Commissione Pnrr-Pniec (QE 16/7).

La crescita delle autorizzazioni nel triennio 2021-2023 risulta confermata anche per la prima metà del 2024, con i dati Elemens per l’Osservatorio REgions2030 che al 31 maggio registrano già 3 GW autorizzati, lasciando intendere che alla fine dell’anno il valore del 2023 di 6,3 GW potrebbe essere battuto.

Sull’eolico, però, l’effimero boom a cui abbiamo assistito nel 2023 (1,5 GW di progetti autorizzati) non si sta ripetendo nel 2024, in cui finora sono stati autorizzati solo 302 MW, quasi interamente provenienti da procedure regionali.

A livello territoriale, nel fotovoltaico le prime 5 regioni hanno raccolto oltre l’85% delle richieste di autorizzazione presentate a partire dal 2019, con le prime due – Sicilia e Puglia – che hanno totalizzato quasi il 60%.

Nell’eolico, la distribuzione zonale delinea un mercato ancora più sbilanciato, anche per la “componente risorsa” (ossia la disponibilità di aree sufficientemente ventose), che porta la sola Puglia a raccogliere quasi un terzo delle richieste presentate a partire dal 2019. Complessivamente le 5 top regioni hanno attirato oltre l’80% delle richieste negli ultimi 5 anni e mezzo.

La stragrande maggioranza delle autorizzazioni proviene anche quest’anno dalla procedura integralmente regionale (Via e Autorizzazione unica rilasciate dalle Regioni) con 1,8 GW autorizzati su un totale di 3 GW. Anche le Pas (le procedure semplificate rilasciate dai Comuni) si ritagliano un ruolo sempre più importante: da gennaio a maggio si registra 1 GW FV. La crescita potrebbe essere dovuta, in parte, anche al fatto che progressivamente la tracciabilità di questi procedimenti risulti più accessibile e che le Regioni si stiano attrezzando per la pubblicazione degli atti sui propri bollettini regionali.

Ad oggi manca invece il contributo dei progetti che attraversano il percorso Via nazionale + AU: poco più di 100 MW autorizzati nel 2024 e poco meno di 500 MW complessivamente da quando la procedura è stata introdotta nel 2021, nonostante le performance della Commissione Pnrr-Pniec, e in generale del comparto Via nazionale, siano in miglioramento (QE 28/6).

Il dato più basso rispetto a quello delle autorizzazioni regionali potrebbe dipendere da 2 fattori: da un lato il fatto che i progetti presentati in Via nazionale sono relativamente più giovani rispetto a quelli regionali, visto che la Via nazionale per il solare è stata introdotta meno di 3 anni fa; dall’altro, si riscontra la problematica conversione delle Via nazionali positive in autorizzazioni regionali: al momento circa 4 GW di progetti fotovoltaici e 3,4 GW eolici hanno ricevuto la Via positiva e sono in attesa dell’autorizzazione.

Il fatto che la Via nazionale risulti essere la procedura più complessa e che al momento stia bloccando il maggior numero di progetti è dovuto anche all’altissimo numero di istanze (in media circa 650 all’anno) e alla limitata capacità di valutazione della Commissione (connessa principalmente alle limitate risorse di cui dispone), pari a circa 150 progetti all’anno.

È peraltro molto frequente, specie nel caso dell’eolico, che i progetti valutati ricevano un parere discordante tra Commissione tecnica (dunque, in senso lato, il Mase) e ministero della Cultura, ove quest’ultimo è tipicamente negativo: in tali casi, come noto, è chiamato a esprimersi il Consiglio di ministri.

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Società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Excellera Advisory Group S.p.A
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